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Mese: Novembre 2009

Perchè non amo molto gli smartphone

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moneyandroidOrmai è un susseguirsi continuo di nuove uscite di mirabolanti smartphone. Apple con l’iPhone, l’N97, i prodotti basati su Android.. se c’è una cosa che a nessuno interessa più nei nuovi telefoni è la componente telefonica!

In qualsiasi recensione nessuno ti dice più se il telefono prende bene, se la voce si sente metallica, se quando arriva una chiamata si può silenziare la suoneria premendo un tasto al volo… queste cose non interessano più. Interessa solo quanto velocemente si naviga in internet, quanto è sensibile il touchscreen, che applicazioni si possono scaricare dal portale del fornitore, come ruota bene l’immagine quando l’apparato viene girato, ecc.ecc.

Eppure sono ancora dei telefoni. Dovrebbero servire principalmente a telefonare. Dovrebbero servire secondariamente come strumenti di consultazione rapida e frettolosa della propria email o di qualche servizio internet di particolare importanza, nei momenti di mobilità nei quali risulta scomodo accedere al proprio apparato principale: il PC.

Ma… aspetta… non mi dire!! Vuoi vedere che il gioco è proprio questo?? Distoglierci dal PC… allontanarci da uno strumento che tutto sommato ci rende autonomi e indipendenti, e legarci a uno strumento molto più controllabile e blindabile come uno smartphone?

Sì perchè sul PC ognuno installa il software che vuole, anche il sistema operativo che vuole. Sul PC il DRM attecchisce a fatica, e comunque viene costantemente violato dagli hacker. Sul PC vogliamo banda sempre maggiore a costi bassi, e invochiamo il digital divide, il diritto a internet, la neutralità del provider.

Sullo smartphone, incomprensibilmente, tutti quanti accettiamo che i contenuti siano bloccati e chiusi, che gli unici applicativi installabili siano quelli autorizzati dal produttore, che la connettività sia limitata e costosissima, che l’operatore telefonico ci dia un breve elenco di siti e servizi compresi nell’offerta e tutto il resto niente.

Allora questa febbre indotta che ci vuole tutti a sbavare sul nuovo telefonino del momento, che costa 600€ quando ormai i PC di media qualità ne costano meno di 300, non è forse un tentativo di spostarci da un mondo dove possiamo riuscire a essere in qualche misura indipendenti e liberi verso un mondo dove siamo felicemente controllati e serenamente paganti?

Viva il microblogging

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Da quando ho iniziato a usare Twitter e Identi.ca tramite client desktop anzichè attraverso i rispettivi siti web, mi sono avvicinato molto di più a questa tipologia di social networking.

Ho iniziato con Facebook, e di conseguenza all’inizio trovavo questi servizi molto scarni e poco appassionanti, privi come sono di applicazioni accessorie, decorazioni, giochi, immagini, ecc.

Pur avendo sottoscritto qualche feed relativo ai miei interessi, il tutto mi sembrava decisamente poco attraente.

Poi ho notato che la maggior parte della gente utilizzava applicativi esterni per seguire Twitter, e alcuni lo integravano sui propri client di instant messaging, come se fosse MSN o Google Talk.

Ci ho provato anche io con Pidgin e gli appositi plugin, ma la scomodità  rimaneva, soprattutto per l’approccio contorto di dover utilizzare dei bot che fanno da gateway da/per Google Talk, e non approvavo pienamente l’idea di assimilare il microblogging alla chat istantanea.

twhirl
twhirl su Windows XP

Ho deciso quindi di provare dei client dedicati. Essendo utente KDE su Linux, ho individuato che il client microblogging di elezione in questo ambiente è choqok.

Dato però che ogni tanto uso anche Windows, ho provato alcuni client in ambiente Adobe AIR, e alla fine mi sono fermato su Twhirl, del quale apprezzo il fatto che non proponga una larga console a colonne, ingombrante e secondo me scomoda, ma invece un approccio a colonna singola, separata per ciascun account/servizio.

Nota: Twhirl potrebbe girare anche su Linux, dato che Adobe AIR è multipiattaforma, ma non funziona con stabilità .

Con questi client è possibile seguire comodamente i nuovi post, eseguire ricerche, aprire i link pubblicati con un click, vedere l’anteprima delle immagini proposte tramite TwitPics o altri servizi simili, e ovviamente postare le proprie notizie, tenendo il tutto magari in un angolo mentre si fa altro.

choqoK su KDE4 e Compiz
choqoK su KDE4 e Compiz

Ritengo che ci siano differenze sostanziali tra siti come Facebook e quelli come Twitter. Per me Facebook invita essenzialmente al cazzeggio, a trascorrere molte ore sul sito giocando, usando applicazioni “stupide”, commentando foto e frasi spiritose riportate dai propri amici, dedicandosi ad un social networking prettamente di intrattenimento. Un uso nobilissimo, e che faccio anche io senza remore!

Twitter e Identi.ca sono molto diversi, qui c’è ben poco che trattenga l’utente per infinite ore. Si tratta essenzialmente di brevi messaggi testuali con qualche link occasionalmente allegato. E’ possibile intavolare delle conversazioni con i propri contatti, ma non è certo l’uso principale del servizio. Le applicazioni esterne che esistono sono volte principalmente a inserire qualche immagine o brano musicale (che poi in realtà  vengono consultati su siti esterni tramite link), oppure a ricercare altri utenti che abbiano interessi comuni ai nostri.

L’uso principale è una rapida consultazione e pubblicazione di notizie e novità  provenienti dai propri contatti preferiti, che possono essere amici, oppure personaggi di un certo spicco nei rispettivi ambienti, oppure blog o portali.

E’ chiaro che anche questi servizi possono essere usati anche in maniera molto ludica, pubblicando i propri pensieri ironici o ricercando come contatti i personaggi più spiritosi, ma sono soprattutto il regno di sviluppatori software che vogliono informare in maniera sintetica degli sviluppi sulle loro creazioni, oppure di riviste, associazioni, aziende di vario genere che vogliono tenere informato il proprio pubblico delle novità che bollono in pentola.

Insomma devo dire che una volta superato l’impatto dovuto alla scarna apparenza, si riesce ad apprezzare bene questo tipo di servizi e la differenza rispetto ai social network più blasonati.

CC BY-NC-SA 4.0 .