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Mese: Dicembre 2010

there are things worse in life

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I was wasting my time
Trying to fall in love
Disappointment came to me and
Booted me and bruised and hurt me

But that’s how people grow up
That’s how people grow up

I was wasting my time
Looking for love
Someone must look at me and
See their sunlit dream
I was wasting my time
Praying for love
For a love that never comes
From someone who does not exist

And that’s how people grow up
That’s how people grow up

Let me live
Before I die
Not me
Not I

I was wasting my life
Always thinking about myself
Someone on their deathbed said
There are other sorrows too

I was driving my car
I crashed and broke my spine
So yes there are things worse in life than
Never being someone’s sweetie

That’s how people grow up
That’s how people grow up

That’s how people grow up
That’s how people grow up

As for me I’m okay
For now anyway

Poco da aggiungere…

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La mia nuvola

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Fedele alle mie parole riguardo al cloud computing, ho deciso di provare a mettere su la mia installazione di ownCloud.

ownCloud è un progetto realizzato dal team di KDE che ha per obiettivo quello di realizzare una piattaforma personale per la memorizzazione condivisa di file e informazioni.

Detto in parole povere e facendo riferimento a termini ormai largamente conosciuti in tutto il Web 2.0, si tratta di un Dropbox personale, installato e gestito su un sistema di nostra proprietà, che utilizza i nostri indirizzi ip e il nostro spazio disco.

Nella pratica non è altro che un servizio WebDAV vestito a festa, con un portalino in PHP per la configurazione e la gestione. Il WebDAV non è una novità, esiste da parecchi anni, ma ora sta vivendo una nuova popolarità grazie ai vari servizi di spazio disco cloudizzato che lo usano come base.

I requisiti sono davvero minimi: ci vuole una distribuzione Linux con Apache, PHP, mySQL oppure SQLite come backend, e un po’ di spazio libero su disco. Nel mio caso ho usato la stessa macchina virtuale dove gira il servizio di monitoring, e le ho assegnato uno disco virtuale aggiuntivo all’interno del datastore di vSphere.

In verità manca ancora qualcosa affinche ownCloud abbia le stesse funzioni di Dropbox, ossia un client di sincronizzazione da installare in locale, che permetta di tenere una cartella locale in sincronia con la copia sul server e poterla poi ricopiare su diverse macchine. Il client è in lavorazione ma non è ancora utilizzabile.

Allo stato attuale si può usare ownCloud tramite webDAV da ogni dispositivo che lo supporta, ed è possibile “montare” lo spazio web in KDE con Dolphin, aggiungendo una nuova cartella di rete.

Per gli avventurosi utenti del LoneStar Network che volessero provarlo, contattatemi via mail per avere un account. Non appena saranno disponibili client di facile utilizzo per Linux/Mac/Windows pubblicherò le adeguate istruzioni, e il servizio entrerà a far parte degli strumenti a disposizione del LoneStar Network.

oxygen-gtk

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Il team di sviluppo ufficiale di Oxygen, il tema desktop principale di KDE4, ha iniziato a sviluppare un porting ufficiale per GTK, in modo da poter uniformare l’aspetto degli applicativi basati su GTK con quello dei programmi basati su QT contenuti all’interno di KDE. Hanno chiamato il progetto oxygen-gtk.

Si tratta in pratica della stessa cosa realizzata dal tema Oxygen Molecule, di cui vi ho già parlato, ma stavolta proveniente in maniera ufficiale da KDE. Ho voluto quindi provarlo per capire se ci fossero differenze o migliorie particolari.

Il tema è ancora in fase di sviluppo, e quindi non esiste un pacchetto sorgente ufficiale da scaricare, ma bisogna prelevarlo dal repository degli sviluppatori tramite git. Un’operazione comunque semplicissima:

cd /usr/src
mkdir oxygen-gtk
cd oxygen-gtk
git clone git://gitorious.org/oxygen-gtk/oxygen-gtk.git

A questo punto ci troviamo con la nostra copia dei sorgenti del tema all’interno della cartella oxygen-gtk e possiamo compattarla per farne la base di uno SlackBuild di compilazione.

cd /usr/src/oxygen-gtk
tar cvzf oxygen-gtk-git.tar.gz oxygen-gtk

Lo SlackBuild che ho creato, disponibile qui, compila questi sorgenti e crea un pacchetto che è possibile installare con installpkg. Se qualcuno decide di usarlo, faccia attenzione che il nome del tar contenente i sorgenti del tema deve essere quello sopra indicato, dato che lo script lo cerca con quel nome.

Dopo le normali fasi di compilazione

sh oxygen-gtk.SlackBuild

troveremo il pacchetto oxygen-gtk-git-[arch]-1lsit.txz da installare. Chiaramente l’arch varia a seconda che lo compiliate su sistema a 32bit o a 64bit.

Dopo averlo installato, possiamo selezionare per le nostre applicazioni GTK il nuovo tema oxygen-gtk che troveremo disponibile nel sistema. I metodi per fare questo possono essere diversi, come ad esempio editare manualmente il file .gtkrc-2.0 nella propria home directory, oppure utilizzare il pannello Stili e caratterti GTK nelle impostazioni di KDE qualora abbiate installato gtk-qt-engine.

Il risultato estetico, a mio modesto giudizio, è praticamente identico a quello di Oxygen Molecule, con una sola differenza: Molecule si preoccupa di simulare in qualche modo l’effetto gradiente sfumato che ha il tema Oxygen originale di KDE – utilizzando una bitmap in stretching sulla barra del titolo -, mentre oxygen-gtk risolve il problema annullando del tutto l’effetto gradiente per le applicazioni GTK. Questo fa si che le applicazioni siano integrate ma non abbiano esattamente lo stesso aspetto di un tipico programma KDE.

Io ho deciso di continuare a usare Molecule, almeno per adesso.

CC BY-NC-SA 4.0 .