Menu Chiudi

Movida sì, movida no

movidaOrmai da più di un decennio, ossia da quando la zona del ragusano e in particolare il suo litorale sono diventati popolari luoghi di frequentazione estiva non più solo per i residenti locali ma anche per molti turisti italiani e stranieri, per merito del successo di Montalbano, imperversa periodicamente la battaglia tra i movimenti a favore del “casino notturno” e quelli a favore della tranquillità.

“Come si fa a paralizzare l’economia ordinando ai locali di chiudere a mezzanotte!”

“La notte fanno casino fino alle 4! Non si riesce a dormire!”

“Se volete il mortorio trasferitevi in campagna!”

“I ragazzi si ubriacano, fanno a botte, fanno pipì in mezzo alla strada sotto al mio portone!”

Eccetera eccetera. Ora, lo dico chiaramente, io sono pienamente dalla parte del partito della tranquillità. Ritengo giustissime tutte le ordinanze che impongono orari di chiusura decenti e che vincolano rigidamente i decibel della musica, approvo in pieno i provvedimenti di sanzione e i ritiri di licenza che puniscono i trasgressori di questi divieti.

Questo per una serie di ragioni, la più rilevante delle quali è che il fatto di essere in estate e di trovarsi in una località di mare non significa automaticamente che tutte le persone che lì si trovano siano in vacanza e possano permettersi di non dormire la notte e sonnecchiare poi fino a ora di pranzo. Ci troviamo in paesi vivi e abitati da cittadini permanenti che vi risiedono tutto l’anno. Gente che a luglio o ad agosto non è in ferie, ma deve regolamente alzarsi presto al mattino per andare a lavorare. Può forse tollerare il sabato sera di essere tenuta sveglia fino a tarda notte, ma non certo tutte le sere di tutti i giorni da fine giugno ai primi di settembre.

Questo non significa che tutti debbano andare a dormire alle 9, ma significa senz’altro che quando si sta in giro a tarda notte ci si comporta con educazione, non facendo rumore, non suonando i clacson delle auto, parlando sottovoce, rispettando insomma tutte le ovvie regole di buona educazione che a me sono state insegnate fin da piccolo.

Visto che la gente sembra spesso essere del tutto refrattaria all’idea di comportarsi in modo adeguato, l’unica soluzione possibile è quella di far chiudere i locali ad un orario accettabile (l’una di notte per la gran parte delle persone è un orario tardissimo!), in modo che i bagordi dell’uscita dai locali possano disperdersi nel giro della mezz’ora successiva.

Una delle risposte più interessanti del partito avverso è quella che dice: non vi potete comprare la casa sul lungomare e pretendere che la sera ci sia silenzio. Se volete la calma trasferitevi altrove.

A questa osservazione personalmente rispondo dicendo che la gran parte dei residenti e dei villeggianti “stabili” dei paesi del nostro litorale ha acquistato le case molti decenni fa, a partire probabilmente sin dagli anni 50, quando queste zone erano frequentate esclusivamente dai locali e non esisteva alcun mito di vita notturna rumorosa e maleducata. Ma il punto più rilevante è che per queste case i proprietari hanno pagato e pagano negli anni delle gran belle cifre per l’acquisto e la manutenzione, e sborsano un’enormità di soldi per IMU, TARI, TARSI e chi più ne ha più ne metta. Di conseguenza nessuno si può permettere di dire a queste persone che se non gli piace la situazione se ne devono andare, ma al contrario sono le richieste e le esigenze di questi residenti che hanno priorità assoluta rispetto alle pretese di sfrenata confusione del popolo estivo. E giustamente molti comuni stanno cercando di venire incontro a queste esigenze con varie ordinanze di limitazione.

Poi, una volta chiarito questo punto di partenza, è corretto cercare di mediare tra i desideri di tutti nella maniera migliore possibile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

CC BY-NC-SA 4.0 .