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Costruire un NAS da 2 Tera – prima parte – L’hardware

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In questo articolo vi racconto come ho costruito il mio NAS domestico a buon mercato e dalle caratteristiche avanzate.

Inizio dicendo che possiedo già da tempo una unità dischi di rete Netgear SC-101. L’ho comprata per utilizzare i due dischi IDE da 250Gb che mi sono rimasti dall’ultimo upgrade hardware del pc. E’ uno storage piccolo, economico ed onesto, il cui unico vero difetto è quello di non essere supportato in Linux. Non mi dilungo in dettagli, dico solo che per poter accedere da Linux ai dati immagazzinati ero costretto ad accendere una macchina virtuale con Windows XP, condividere in rete lo storage montato in Windows, e da lì montarmelo su Linux. Un po’ una scocciatura!
Deciso a superare questo limite, ed anche a espandere la quantità di spazio disponibile dai 500Gb iniziali, ho incominciato a valutare se comprare un altro NAS pronto oppure se costruirne uno mio. Valutando costi e prestazioni ho concluso che con circa 450€ avrei potuto costruire un NAS da 2TB full featured, quando con la stessa cifra avrei comprato un NAS pronto di tipo Retail, privo di caratteristiche avanzate come l’iSCSI, ma soprattutto senza dischi. Il costo dei dischi avrebbe inciso per altri 150€!
Quindi ho selezionato l’hardware necessario:

  • Il case: non volevo un case PC tradizionale, sarebbe stato ingombrante e rumoroso. Ho preferito qualcosa di dimensioni ridotte, anche se non tanto quanto sono piccoli i Nas retail. La scelta è caduta sul Thermaltake LanBox Lite, in grado di montare schede madri in formato MiniITX o MicroATX, con un alimentatore ATX standard, al prezzo di 84€.
  • La scheda madre e processore: sono sempre stato un fan di Asus, quindi ho selezionato una scheda di questo produttore, la M2N68-CM, formato MicroATX. Ho optato per questo formato invece di una MiniITX con processore Atom perché mi sono ricordato di avere da parte una cpu AMD Athlon64 X2 5600+, anche questa rimasta da un precedente upgrade, che tenevo da tempo senza far nulla e mi son detto “quale migliore occasione!“. Il costo della scheda è di 55€.
  • Memoria: in genere per un Nas non servono grossi quantitativi di memoria, 512Mb sono largamente sufficienti, ma dato che con solo 12€ si poteva prendere una dimm da 1Gb della Kingston, ho voluto eccedere.
  • Alimentazione: un alimentatore economico da 580w di tipo ATX tradizionale dal costo di 26€. Spesso i Nas retail hanno delle unità di alimentazione abbastanza scarse, sottopotenziate e fuori standard. Sono una delle componenti che si guasta più facilmente e spesso danneggia anche i dischi. Meglio poter usufruire dello stesso tipo di alimentatore che si monta sui pc.
  • Dischi: la componente più importante di un Nas sono i dischi no?? Scegliere i dischi è sempre un po’ un terno al lotto per quanto riguarda l’affidabilità. Dureranno anni o si romperanno nel momento più inatteso facendomi perdere tutti i dati?? Mah.. ho scelto i Western Digital Caviar Green WD10EADS, con 32MB di cache, interfaccia SATA 3Gb/s, al costo di 99,80€ l’uno.

Ho ordinato il tutto presso HRW, un negozio online di Trento, che aveva tutto disponibile e prezzi bassi. Molto più bassi del distributore all’ingrosso locale!! Passiamo ora alle fasi del montaggio.

Questi sono i prodotti appena tolti dal pacco consegnato dal corriere, escluso il processore che avevo già da parte. Mi ero immaginato il case un pochino più piccolo, ma va benissimo anche così.

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La prima fase ovviamente consiste nell’aprire la confezione del case e prepararlo ad accogliere i componenti. Una caratteristica di questo case è di essere modulare e scomponibile, per cui è dotato di un cassetto estraibile dove va montata la scheda madre, e di diversi tray per contenere i dischi e l’alimentatore.

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Questa è la prima scheda madre MicroATX che ho mai utilizzato, e onestamente la parola “micro” mi faceva pensare a dimensioni molto più piccole. Si tratta di una scheda all-in-one che comprende Audio HD e chipset NVidia GeForce 7050, per dischi, video e rete. In generale sono contrario alle schede video integrate, ma in questo caso dato che il Nas si utilizza da remoto e si configura tramite interfaccia web da un pc esterno, il video serve solamente per le fasi di installazione o per momenti di emergenza e quindi va benissimo l’integrazione, che fa anche risparmiare spazio e calore. La scheda di rete è identificata come MCP67 Gigabit Ethernet, ed è per sua causa che ho scelto Openfiler come software di gestione, come spiegherò in seguito. La scheda madre supporta tutti i processori AMD di tipo AM2/AM2+/AM3, quindi ho potuto installare senza problemi l’Athlon64 X2 con il suo dissipatore, e il banco di memoria da 1Gb. Ad ogni modo la mb è pensata per realizzare un pc completo a tutti gli effetti, quindi è dotata di 4 slot per la ram, 2 slot PCI di espansione, 1 slot PCI-Express per sostituire la scheda video integrata, e tutti i connettori per svariate porte USB, porta Firewire, Front Panel per l’audio con supporto HD, ecc.

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Poi ho montato l’alimentatore nel suo alloggio, e mi sono dedicato finalmente ai dischi. Il case ha 3 vani per il montaggio dischi, uno dei quali permette l’accesso dall’esterno, mentre gli altri due sono in un cestello portadischi situato all’interno del case subito dietro alle ventole frontali. Inoltre il case prevede 2 slot da 5.25″ per installare lettori CD/DVD o masterizzatori. Nonostante le dimensioni è possibile realizzare un computer davvero completo.

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A questo punto viene la fase dei collegamenti e dei cavetti. Non sono mai stato molto ordinato negli assemblaggi, quindi sicuramente qualcuno troverà da criticare sul disordine dei cavi, che potrebbero essere fascettati e piegati in maniera più sistemata. Ad ogni modo, siccome sono assenti sia il lettore CD che il floppy, essendo inutili dopo le prime fasi di installazione, non sono presenti i tipici cavi piatti ingombranti e nemmeno le relative alimentazioni.
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E vualà! L’assemblaggio è completo, e non resta che chiudere tutto e ammirare il risultato finale! Davvero carino no?

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Il costo totale dell’operazione, comprensivo delle spese di spedizione via corriere, è stato di 387,97€. Bisogna ammettere che se avessi dovuto acquistare anche il processore avrei speso altri 60€ circa, secondo gli attuali listini. Quando l’ho comprata la cpu era costata circa 150€.

Nella seconda parte mi dilungherò ad illustrare la scelta di Openfiler come software di gestione del NAS.

Nuovo WordPress e Facebook Connect

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Ho appena completato di eseguire un aggiornamento rilevante del sito, e sono piuttosto contento!

Innanzitutto ho rimosso il vecchio modulo Xpress 2.0.5, ovvero WordPress per Xoops, il quale non veniva aggiornato da anni e conteneva ancora una versione arcaica di WP, appunto la 2.0.5. Con questo modulo ho gestito la parte Articoli e Notizie del portale.

Ieri ho scoperto l’esistenza di un nuovo modulo sviluppato da un giapponese, e che si chiama XpressME. Questo modulo sembra essere l’evoluzione del precedente ed è aggiornatissimo, infatti nella release 1.0.8 contiene WP 2.7, che è l’ultima release ufficiale al momento disponibile.

Questo consente l’utilizzo di tutti i nuovi plugin per WP, ed in particolare mi ha permesso di completare l’integrazione del Facebook Connect, cosa a cui tenevo.

Con il Facebook Connect è possibile commentare le notizie e gli articoli senza doversi registrare sul portale, ma sfruttando la propria login su Facebook. Quando un utente attiva il Connect, vengono automaticamente riconosciuti il suo nome e la sua foto di profilo, e il commento inserito viene riportato sul newsfeed dell’utente su Facebook, per essere visibile a tutti i suoi amici nel social network. Inoltre si possono invitare i propri amici a partecipare alla discussione sempre tramite un invito di Facebook.

Non appena completati i test, passerò ad attivare le stesse funzioni anche su UnixPortal.

Aggiornato Qmail

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Ho appena provveduto all’aggiornamento delle patch di Qmail, l’MTA che gestisce la posta del network.

Infatti in queste ultime settimane è uscita la versione 2.5.19 di SPAMCONTROL, la patch di Qmail sviluppata in Germania da Erwin Hoffman, che comprende praticamente tutte le patch più importanti per attualizzare  Qmail 1.03, specificatamente orientata al contenimento dello spam, e che io preferisco rispetto all’altra piega di sviluppo semiufficiale che ha preso la community di Qmail negli ultimi anni e che si concretizza in netqmail-1.0x.

Lo sviluppo di SPAMCONTROL era fermo da molto tempo alla release 2.4.18, tanto che mi chiedevo se per caso Hoffman lo avesse abbandonato, ma per fortuna non è così.

Per chi non conoscesse la storia di Qmail può essere interessante sapere che l’ultima release ufficiale 1.03 fu rilasciata nel 1998, e da allora esistono esclusivamente delle patch sviluppate sia dall’autore originale che da diversi utenti più o meno autorevoli e che sono praticamente indispensabili per poter usare Qmail secondo gli standard di mail attuali. Infatti i sorgenti del ’98 non contengono nessun metodo per filtrare lo spam a parte un minimo supporto per le RBL; nessun supporto a SMTP-AUTH, SMTP-after-POP o simili, ed altre varie limitazioni. I bug veri e propri da allora sono stati pochissimi, e quasi tutti si sono manifestati più che altro nell’utilizzo su piattaforme a 64 bit, la cui affermazione a livello medio basso non era neanche lontanamente prevedibile ai tempi della stesura. La leggenda vuole che dal ’98 Dan J. Bernstein stia lavorando a un mirabolante Qmail 2.0.

Chiaramente spero che non ci siano inconvenienti particolari a seguito dell’aggiornamento, ma se così fosse gli utenti interessati me lo segnalino via mail.

Aggiornamento XOOPS

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Ho appena aggiornato Xoops alla versione 2.3.1.

Si tratta di un passaggio epocale nello sviluppo di questa piattaforma CMS, dato che unifica i due branch ufficiali che ci sono stati finora: la 2.0.x e la 2.2.x.

Non dovrebbero esserci problemi di funzionamento particolari, ma in caso ne riscontraste siete ovviamente tutti invitati a segnalarmelo in email.

OpenSim e sfratti virtuali

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Ormai da 3 anni frequento Second Life, e da quasi due anni risiedo in un’area di terreno virtuale (parcel) situata nel “sim” chiamato Feted. Questo sim, una regione di 65536 metri quadrati virtuali, appartiene a una società immobiliare virtuale chiamata Dreamland, che appartiene ad Anshe Chung Studios. Anshe Chung è un avatar di Second Life, una donna cinese che è diventata famosa, con tanto di articoli su BusinessWeek, per essere diventata ricchissima appunto con l’attività immobiliare all’interno di Second Life, acquistando e rivendendo o dando in locazione terreni.

Il terreno lo acquistai da una proprietaria precedente, la quale si era fatta realizzare una casa su misura, da un architetto di SL che ha preso il nome da un vero e rinomato architetto olandese, Rem Koolhaas, e che da tempo ha abbandonato SL. La casa è quella che si vede negli screenshot delle mie gallerie.

Pochi giorni fa però ho ricevuto una comunicazione da parte dello staff di Dreamland, che mi dice di cercarmi un altro lotto di terreno dove stare, in quanto il sim Feted sta per essere “rilocato e convertito” nell’ambito di un loro progetto di ristrutturazione che avrà inizio dopo il 30 novembre. Non è ben chiaro cosa significhi, ma presumo che intendano sfruttare alcuni sim adiacenti per formare qualche nuovo quartiere, o isola o continente.

La cosa di per se non sarebbe drammatica, in SL capita spesso di spostarsi da un’area di terreno ad un’altra, e per gli utenti è un’occasione per crearsi una casa totalmente nuova rispetto alla precedente. La maggior parte delle persone vive in case cosiddette “prefab”, ossia prefabbricate, che è facile inscatolare e trasferire da un’altra parte, e che costano così poco da poter essere facilmente cancellate e sostituite da altre.

Nel mio caso invece si tratta di un progetto unico, composto da svariati elementi costruiti su misura, che non sono in vendita e che nessun altro all’interno di SL possiede. Inoltre l’intera area di terreno è stata conformata (in gergo di SL si dice “terraformed”) per adattarsi alla casa, creando scorci gradevoli da vedere dalle finestre, ed effetti piacevoli al tramonto e all’alba. Tutto questo è pressochè impossibile da traslocare altrove, in quanto per poter esportare la conformazione del terreno in un file che possa essere importato altrove bisogna essere “estate owner”, ossia proprietari del sim, e io non lo sono, essendo solo un affittuario. Le richieste che ho inviato allo staff di Dreamland per avere da loro una copia del file esportato non hanno avuto esito e non credo che ne avranno.

Questo mi ha spinto ad iniziare un ambizioso progetto: clonare tutta la casa, i contenuti e l’ambiente circostante in un mio sim privato, che gira sul mio server domestico. Questo è possibile grazie al fatto che già da un pò di tempo sono partiti dei progetti Open Source che tendono a riprodurre l’ambiente virtuale di SL. In particolare il progetto OpenSim è in grado di supportare un sim su una macchina Linux dotata di database MySQL e Mono, il porting su Linux del .Net Framework.

Per realizzare questa clonazione utilizzo un software chiamato Copybot, che ha creato molto scalpore e indignazione nel mondo business oriented di SL, in quanto consente di copiare oggetti creati da altri senza averli acquistati e senza averne il permesso. Tuttavia nel mio caso questo era l’unico modo per clonare alcuni elementi della casa che l’architetto aveva dimenticato di trasferire alla conclusione della costruzione.

Il progetto al momento è in fase avanzata, e presumo di poterlo concludere in tempo per il 30 novembre. La parte più impegnativa sarà la ricostruzione del terreno, che purtroppo dovrò fare manualmente affidandomi ai vari screenshot di tutta l’area. Alla fine otterrò una riproduzione esatta della casa e dei suoi contenuti situata in un sim di mia esclusiva proprietà, gestito sul mio server e totalmente indipendente da SL e dai suoi database centrali, ma ugualmente visitabile dall’esterno da persone autorizzate che utilizzino il normale client di SL oppure una delle varie versioni Open Source modificate.

CC BY-NC-SA 4.0 .