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Ponti, treni e diritti

ponte-sullo-stretto1Ho un’opinione molto precisa riguardo ai problemi relativi alle opposizioni al ponte sullo stretto di Messina, ai cantieri della TAV in Val di Susa, alla realizzazione di centrali nucleari in giro per l’Italia e altre situazioni simili.

Credo che dovrebbe essere obbligatorio richiedere il parere dei residenti nelle aree coinvolte dai progetti, e l’esito della consultazione dovrebbe avere valore vincolante. Questo significa che se i residenti decidono che no, il ponte, la tav, la centrale, lo svincolo, la rotatoria, o quel che altro sia sotto casa loro non ce lo vogliono, allora il progetto va cancellato senza nessun’altra discussione.

Questo perchè i residenti trascorreranno lì tutta la loro vita. Non sono dei turisti occasionali che passano una quindicina di giorni in un posto orrendamente deturpato da un ponte di cemento armato. Magari hanno speso tempo e denaro a cercare un posto che rispecchiasse le loro necessità o gusti, che avesse davanti una veduta gradevole, che avesse a pochi passi una riserva naturale o un parco, che avesse ampie possibilità di parcheggio, o qualsivoglia altra caratteristica, e non gli si può sconvolgere l’habitat circostante senza nemmeno dar loro la possibilità di opporsi, se non tramite sit-in destinati al certo fallimento.

L’ovvia obiezione è che così facendo non si riuscirebbe a eseguire nessun progetto di rilevanza nazionale, dato che nessuno vuole una discarica o una centrale nucleare sotto casa propria e tutti voterebbero sempre no a qualunque progetto di questo tipo.

Il fatto è che questi progetti vengono calati dall’alto ai residenti delle zone interessate. Vengono nascosti fino all’ultimo minuto per evitare reazioni preventive e perdite di voti alle imminenti elezioni, come nel caso dei siti prescelti per la realizzazione di centrali nucleari. I piani tecnici non vengono diffusi e si danno illustrazioni sommarie e paradisiache che evitano accuratamente di menzionare il fatto che si, la spiaggia balneabile accanto a dove sarà realizzato il porto, così importante per l’economia locale, verrà cancellata; lo stagno pieno di fauna rara e pregiata verrà schiacciato dal pilone portante del ponte, la centrale nucleare magari non esploderà mai come quella di Chernobyl, ma è certo che genererà tutti i giorni scorie radioattive che non si sa bene dove verranno messe; ecc.ecc.

Dovrebbe essere obbligo della pubblica amministrazione spiegare questi progetti ai residenti delle zone interessate, in ogni dettaglio e dando piena visione di ogni aspetto positivo e negativo. Bisognerebbe spiegare minuziosamente cosa si viene a guadagnare e cosa si viene a perdere. Dovrebbe essere obbligatorio istituire fondi per il risarcimento del danno dovuto alla perdita di valore degli immobili posseduti nelle aree, i danni ambientali e i rischi alla salute, da erogare per sempre qualora i proprietari accettassero la cosa, dato che il ponte o la linea ferroviaria rimarranno lì per sempre e lo stato dei luoghi non tornerà mai più a essere quello di prima.

Insomma dovrebbe essere compito dell’ente pubblico adoperarsi per convincere i residenti ad accettare l’opera, e nel caso che questo convincimento non ci sia, rimettersi alla volontà dei residenti e cancellarla. Oppure adoperarsi a effettuare tutte le modifiche richieste per renderla gradita, anche se sostanziali.

Questa la mia umile opinione retrograda e populista.

2 commenti

  1. Margherita

    Sensato. Mi viene da pensare solo che se tutte le opere pubbliche di grande importanza richiedessero tutta questa operazione, costerebbero per 3 volte quello che costano a tutti i contribuenti… quindi sarebbe cento volte meglio non farle…
    E poi penso che in Sicilia sia difficile trovare un posto qualsiasi che non sia di un qualche interesse ambientale o paesaggistico, quindi allora niente porti, niente industrie, niente aeroporti, niente di niente… per me anche la semplice campagna è un bene da tutelare, quindi…
    Ma poi ci lamentiamo che abbiamo strade pessime, se cerchiamo un articolo anche minimamente più ricercato dobbiamo mandarlo a ritirare da fuori, che impieghiamo tempi eccessivi per spostarci da una città all’altra… come si concilia la cosa?

  2. Luigi Trovato

    Beh io non mi lamento 🙂
    Comunque con i fiumi di denaro che vanno via per la realizzazione delle grandi opere, i rimborsi ai residenti sarebbero veramente una goccetta.
    Ad ogni modo il punto fondamentale è che i residenti non hanno praticamente nessuna voce in capitolo per quanto riguarda queste situazioni, sono soltanto i comuni interessati a essere interpellati, e i comuni, vuoi per motivi politici o per necessità economiche, finiscono quasi sempre per cedere senza combattere.

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