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Addio 32bit

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What's the Difference Between 32-Bit and 64-Bit? - The Plug - HelloTechIl mio mail server è stato installato nel 2007 ed è sempre stato un sistema a 32 bit. Originariamente era una macchina fisica, un assemblato Pentium-based. Nel 2010 lo virtualizzai con una operazione di p2v (physical to virtual) eseguita tramite rsync.

Da allora ha sempre girato dentro una virtual machine a 32 bit in VMWare. Nessun particolare problema in quanto Slackware Linux continua ancora adesso a supportare attivamente la distributione a 32 bit tenendola del tutto in sincrono con la versione a 64 bit.

Recentemente però mi sono posto il problema di decidere se avesse senso continuare a tenere questo unico server a 32 bit mentre tutti i miei altri sono a 64 bit. Soprattutto perché, per motivi specifici, ho iniziato a compilare in autonomia il kernel per tutte le mie virtual machine, il che mi ha costretto a predisporre una vm di compilazione per i 64 bit e una per i 32 bit, e dunque a ripetere la compilazione del kernel due volte.

Inoltre il fatto che Slackware Linux continui a supportare la distribuzione a 32 bit non significa che continuerà a farlo per sempre. Praticamente tutte le maggiori distribuzioni negli ultimi anni hanno preso la decisione di offrire solo una versione a 64 bit dotata della compatibilità sufficiente per eseguire anche binari a 32 bit. E’ possibile che prima o poi anche Slackware Linux prenda questo tipo di decisione.

Dunque mi sono convinto a passare il server a 64 bit. Non volevo però effettuare una installazione pulita per poi migrare i servizi. Ci sono 17 anni di configurazioni e customizzazioni in questo server e dover rifare tutto da capo è uno dei motivi per cui non ho mai pensato di convertirlo finora. Inoltre mi piace l’idea di mantenere l’anzianità di installazione di un server, un po’ come quando si cerca di preservare l’uptime per più giorni, mesi, anni possibile.

Ho pensato quindi di utilizzare un metodo di conversione non ufficialmente supportato ma che a rigor di logica aveva tutte le chances di funzionare, ovvero prendere l’ultimo dvd di installazione di Slackware Linux a 64 bit corrispondente al livello di update del mio server a 32 bit, fare il boot della virtual machine con questo dvd e montare la partizione dell’OS installato, per poi sostituire tutti i pacchetti installati con gli equivalenti pacchetti a 64 bit. Alla fine poi reimpostare il kernel per il boot e partire.

Ho testato questa operazione su un clone della vm ed ha funzionato senza problemi. Quindi dopo qualche tempo ho agito sulla macchina effettiva con esito positivo.

Dopo il boot e l’avvio del sistema, adesso divenuto a 64 bit, ho proceduto a ricompilare e reinstallare i binari provenienti da pacchetti non facenti parte del dvd ufficiale.

Il tutto ha richiesto circa 4-5 ore in totale ma ne è valsa la pena. Adesso il mail server è a tutti gli effetti un sistema a 64 bit originariamente installato nel 2007 ma a tutti gli effetti aggiornabile e manutenibile come tutti gli altri sistemi a 64 bit in mio possesso.

 

Rimozione del Facebook Login

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Da oggi è stata rimossa l’opzione per utilizzare il login Facebook per autenticarsi su questo blog.

Da quanto ho appreso, nel corso del 2023 Facebook ha cambiato i propri termini di servizio rendendo necessaria la verifica Business degli account developer per poter accedere ai dati necessari all’uso della funzione Login. Inizialmente era comunque possibile verificarsi come Business anche semplicemente fornendo la propria carta di identità.

Dopo qualche mese hanno cambiato nuovamente i propri termini ed è diventato necessario fornire la prova di una vera e propria attività aziendale (iscrizione alla camera di commercio, ecc.).

Di conseguenza non è più possibile utilizzare il Facebook Login per scopi puramente amatoriali da parte di utenti individuali. Mi dispiace, ma non è colpa mia.

Per adesso rimangono attivi i login tramite Google e Twitter.

Addio a Niklaus Wirth

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Niklaus WirthIl 1 gennaio 2024 ci ha lasciato Niklaus Wirth, l’inventore dei linguaggi di programmazione Pascal, Modula2 ed altri meno diffusi.

E’ uno dei nomi che hanno segnato il progresso informatico mondiale negli anni 80-90. Il suo famosissimo libro “Algoritmi + Strutture di dati = Programmi” è stato testo di studio in molti corsi universitari in tutto il mondo, e ha istituito i fondamenti della programmazione strutturata.

Il Pascal, nella versione Turbo Pascal di Borland su PC Ms-Dos, è stato l’unico linguaggio di programmazione “serio” che io abbia mai usato a parte il bash scripting.

Ne trassi un programmino per la generazione di statistiche sulla base messaggi JAM di RemoteAccess, il software che utilizzavo per la mia BBS FidoNet. Ebbe un certo seguito tra i sysop per un periodo ma poi cadde in disuso e io ne persi anche i sorgenti.

RIP Professor Wirth.

Ricordi ragusani…

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30 anni di Slackware!

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slackware30Slackware Linux ha ufficialmente compiuto 30 anni!

Oggi 17 luglio si festeggia l’anniversario del rilascio della versione 1.0 avvenuto il 17 luglio 1993.

Dieci anni fa scrissi un post per il ventennale, nel quale indicavo alcuni rischi e problemi a cui lo sviluppo di Slackware sarebbe potuto andare incontro negli anni successivi, in particolare l’avvento di systemd e wayland.

Adesso dopo 10 anni, la situazione ha visto delle evoluzioni e delle conferme. La cosa più rilevante è che Slackware è riuscita a rimanere ancora systemd-free. Mentre ormai esiste un’intera generazione di sistemisti ed utenti Linux che conosce solo systemd e non ha mai interagito con nulla di diverso, in Slackware rimangono sysvinit, gli script rc, il resolv.conf e tutta una serie di comandi e logiche tradizionali, ma non per questo meno efficaci, anzi. E di questo non possiamo che essere felici. Ad ogni modo un minimo di compatibilità necessaria con systemd e logind è stato raggiunto con l’utilizzo di elogind, e per il momento sembra essere sufficiente a rimanere al passo con i tempi.

Per quanto riguarda Wayland, proprio l’utilizzo di elogind ha fatto sì che sia possibile usarlo su Slackware in maniera relativamente semplice e già da tempo è possibile lanciare KDE Plasma in una sessione wayland senza particolari problemi. Anche altri desktop e WE che utilizzano wayland riescono a lavorare su Slackware.

In conclusione, le varie minacce che si ponevano ad una pacifica sopravvivenza di Slackware negli anni sembrano non aver ancora causato danni irreparabili dopo un decennio e dunque celebriamo questo anniversario con un discreto ottimismo e buone speranze per tanti altri anni di soddisfazioni e gioie con la migliore distribuzione Linux. 😀

CC BY-NC-SA 4.0 .