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Categoria: Informatica

Avant Window Navigator (AWN) 0.4.0 su Slackware64

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Sono appena riuscito a compilare e a far funzionare Avant Window Navigator su Slackware64 !

AWN è una dock, ossia la taskbar grafica che può sostituire il tradizionale pannello nei desktop manager come KDE, Gnome, ecc. AWN è una delle dock più complete che esistono in ambito Open Source, ed è presente come standard nelle distribuzioni Ubuntu.

Dato che Slackware non include Gnome, bisogna installare una serie di dipendenze normalmente non presenti nella distribuzione affinchè AWN possa compilarsi e poi funzionare.

La maggior parte dei pacchetti richiesti è presente su SlackBuilds.org in forma di script di compilazione. E’ possibile costruirli facilmente dai sorgenti usando il software sbopkg. Per alcuni pacchetti mancanti ho dovuto invece provvedere personalmente.

Ho compilato AWN tramite lo slackbuild relativo presente su Slackbuilds, il quale però fa riferimento alla versione 0.3.2.1; l’ho quindi modificato per scaricare e compilare la versione 0.4.0, e questa è la mia versione.

AWN 0.4.0 necessita di: GConf, ORBit2, GTK+2, Glib, gobject, gthread, libdesktop-agnostic, pyxdg, bzr, libgtop

nota: E’ probabile che vi siano altre dipendenze delle quali non ho tenuto conto perchè erano già presenti sul mio sistema per altri motivi. Mi vengono in mente libsoup, sexy-python…

libdesktop-agnostic per poter essere compilato necessita a sua volta di: libffi, gobject-introspection >= 0.6.10, gir-repository >= 0.6.5, vala

awn-extras è invece il pacchetto che contiene una serie di plugin e applet di base a corredo della dock, e per il suo funzionamento completo richiederebbe una buona quantità di librerie e moduli python che a loro volta richiedono molti componenti di Gnome. Sarebbe stato eccessivo mettermi a installare tutte quelle componenti. Alla fin fine mi piace KDE4 e non voglio appesantire la mia Slackware in maniera eccessiva solo per far girare una dock. Per cui mi sono limitato a compilare il pacchetto con un minimo di requisiti, e aggiungendo solo il modulo python feedparser che era già presente su Slackbuilds.org. Ad ogni modo tutti gli applet vengono compilati e installati, per cui è sufficiente aggiungere i vari moduli python di cui necessitano per vederli funzionare.

E questo è il risultato…

awn

Una osservazione conclusiva: in alcuni dei link che ho indicato sopra sono presenti anche dei pacchetti binari pronti per essere installati. Tenete presente che sono compilati su Slackware64 13.1 RC1, e quindi quasi sicuramente non funzionano sulla 13.0 stabile.

Viva il microblogging

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Da quando ho iniziato a usare Twitter e Identi.ca tramite client desktop anzichè attraverso i rispettivi siti web, mi sono avvicinato molto di più a questa tipologia di social networking.

Ho iniziato con Facebook, e di conseguenza all’inizio trovavo questi servizi molto scarni e poco appassionanti, privi come sono di applicazioni accessorie, decorazioni, giochi, immagini, ecc.

Pur avendo sottoscritto qualche feed relativo ai miei interessi, il tutto mi sembrava decisamente poco attraente.

Poi ho notato che la maggior parte della gente utilizzava applicativi esterni per seguire Twitter, e alcuni lo integravano sui propri client di instant messaging, come se fosse MSN o Google Talk.

Ci ho provato anche io con Pidgin e gli appositi plugin, ma la scomodità  rimaneva, soprattutto per l’approccio contorto di dover utilizzare dei bot che fanno da gateway da/per Google Talk, e non approvavo pienamente l’idea di assimilare il microblogging alla chat istantanea.

twhirl
twhirl su Windows XP

Ho deciso quindi di provare dei client dedicati. Essendo utente KDE su Linux, ho individuato che il client microblogging di elezione in questo ambiente è choqok.

Dato però che ogni tanto uso anche Windows, ho provato alcuni client in ambiente Adobe AIR, e alla fine mi sono fermato su Twhirl, del quale apprezzo il fatto che non proponga una larga console a colonne, ingombrante e secondo me scomoda, ma invece un approccio a colonna singola, separata per ciascun account/servizio.

Nota: Twhirl potrebbe girare anche su Linux, dato che Adobe AIR è multipiattaforma, ma non funziona con stabilità .

Con questi client è possibile seguire comodamente i nuovi post, eseguire ricerche, aprire i link pubblicati con un click, vedere l’anteprima delle immagini proposte tramite TwitPics o altri servizi simili, e ovviamente postare le proprie notizie, tenendo il tutto magari in un angolo mentre si fa altro.

choqoK su KDE4 e Compiz
choqoK su KDE4 e Compiz

Ritengo che ci siano differenze sostanziali tra siti come Facebook e quelli come Twitter. Per me Facebook invita essenzialmente al cazzeggio, a trascorrere molte ore sul sito giocando, usando applicazioni “stupide”, commentando foto e frasi spiritose riportate dai propri amici, dedicandosi ad un social networking prettamente di intrattenimento. Un uso nobilissimo, e che faccio anche io senza remore!

Twitter e Identi.ca sono molto diversi, qui c’è ben poco che trattenga l’utente per infinite ore. Si tratta essenzialmente di brevi messaggi testuali con qualche link occasionalmente allegato. E’ possibile intavolare delle conversazioni con i propri contatti, ma non è certo l’uso principale del servizio. Le applicazioni esterne che esistono sono volte principalmente a inserire qualche immagine o brano musicale (che poi in realtà  vengono consultati su siti esterni tramite link), oppure a ricercare altri utenti che abbiano interessi comuni ai nostri.

L’uso principale è una rapida consultazione e pubblicazione di notizie e novità  provenienti dai propri contatti preferiti, che possono essere amici, oppure personaggi di un certo spicco nei rispettivi ambienti, oppure blog o portali.

E’ chiaro che anche questi servizi possono essere usati anche in maniera molto ludica, pubblicando i propri pensieri ironici o ricercando come contatti i personaggi più spiritosi, ma sono soprattutto il regno di sviluppatori software che vogliono informare in maniera sintetica degli sviluppi sulle loro creazioni, oppure di riviste, associazioni, aziende di vario genere che vogliono tenere informato il proprio pubblico delle novità che bollono in pentola.

Insomma devo dire che una volta superato l’impatto dovuto alla scarna apparenza, si riesce ad apprezzare bene questo tipo di servizi e la differenza rispetto ai social network più blasonati.

Slackware Linux 13.0

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slackwareDue giorni fa è uscita ufficialmente la release 13.0 della distribuzione Slackware Linux!

Poco prima delle ferie Pat aveva già  iniziato a rilasciare delle Release Candidate, quindi si sapeva che la cosa era imminente.

Si tratta di una release importante, in quanto introduce diverse novità . La più rilevante è la presenza di una versione 64-bit ufficiale della distribuzione. Finora sono esistite delle release non ufficiali, seguite da altri team di sviluppo, e che ricompilavano a 64 bit i pacchetti rilasciati ufficialmente. Ricordiamo Slamd64 e Bluewhite64. Della Bluewhite non so molto, ma la Slamd64 è una esatta e speculare trasposizione della Slackware, con il minimo di cambiamenti necessari per poter far funzionare a 64 bit i vari software, e l’uscita di una Slackware64 ufficiale ha sollevato il dubbio se essa continuerà  ad essere sviluppata o meno. C’e’ ancora una minuscola differenza tra le due distribuzioni: la Slamd64 è  pensata per essere anche compatibile con i binari 32bit, infatti installa un set doppio di librerie compilate in entrambe le modalità ; la Slack64 invece è una distribuzione a 64 bit pura, che non prevede la presenza di librerie a 32 bit. Tuttavia è possibile renderla ambivalente semplicemente installando gli opportuni pacchetti presi dalla Slamd64.

Tornando alle novità  della Slackware 13, la seconda più grossa è il passaggio da KDE 3.x a KDE 4.x (nello specifico, la versione 4.2.4). Da diversi mesi chi utilizza la versione current, ossia il ramo di sviluppo “in progress” che contiene tutti gli aggiornamenti intermedi tra una milestone e l’altra, era già  passato a KDE 4, ma per gli utenti che si attengono soltanto alle versioni stabili il cambiamento epocale avviene solo adesso. Personalmente trovo che KDE 4 sia fantastico e, unito a compiz, rappresenta il desktop più evoluto presente al momento su piazza, superiore sia a Vista/Seven che al blasonato MacOSX, ma in queste cose contano molto i gusti e le abitudini individuali.

Molte delle applicazioni che lo compongono sono delle nuove stesure completamente riscritte rispetto alle precedenti di KDE 3.x e quindi possono presentare qualche instabilità o lacuna, ma nel complesso ormai dalla release 4.2 lo si può considerare pienamente stabile.

A livello meno evidente, un’altra novità importante è il passaggio da X.Org 1.4.x alla 1.6.x, passaggio che è avvenuto con molta cautela e lentezza, per via delle numerose differenze strutturali e nella logica dei file di configurazione, ma non sembra presentare particolari problemi per lo meno con le configurazioni hardware più comuni. Inoltre l’intero sistema si basa sulle Glibc 2.9.

L’annuncio ufficiale della release contiene tutte le informazioni relative al download e alla possibilità di acquistare i DVD originali per contribuire al finanziamento del progetto.

Libre.FM: A better deal

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riaaQualche mese fa è avvenuto il tragico cambiamento di Last.FM e da allora molti utenti si sono spostati su altri servizi che consentono l’ascolto di streaming online senza dover pagare nulla, anche se non si vive nella Top3 dei paesi mondiali. Inoltre la notizia secondo la quale Last.FM ha consegnato alla RIAA l’elenco di tutti gli ascolti dei propri utenti, la quale probabilmente ne farà uso per riuscire a determinare chi ha scaricato ed ascoltato musica in maniera considerata non lecita, ha ulteriormente peggiorato la fama del sito presso il vasto pubblico.

Come ho già detto, nessuno di questi servizi alternativi purtroppo ha la stessa logica e le stesse funzioni che aveva Last.FM, ma le cose stanno lentamente cambiando.

Ironia della sorte, pochissime settimane prima della “fine” di Last.FM, un gruppo di programmatori Open Source aveva avviato un progetto chiamato Libre.FM (“libre” nel senso di libero). Basandosi su parte delle API rilasciate pubblicamente dagli sviluppatori di Last.FM, essi hanno iniziato a scrivere un software e un portale in grado di raccogliere le preferenze di ascolto degli utenti, collezionarle in modo da generarne statistiche e trend, ricavarne gusti e suggerire musica simile. Lo scopo primario del progetto è quello di svincolare questo tipo di servizio dalla gestione da parte di una specifica compagnia orientata al business, e consentire a chiunque di avviare un proprio servizio di raccolta preferenze musicali. Il software di Libre.FM infatti può essere installato da chiunque su un normale server dotato di sistema operativo Unix-like.

La libreria di musica disponibile su Libre.FM ovviamente non è nemmeno lontanamente paragonabile a quella che è presente in Last.FM, e inoltre dato che il progetto si ispira ai principi del free software applicati alla musica, sono disponibili in streaming sul portale solo brani che sono stati rilasciati dai rispettivi autori con licenza di tipo free, e quindi nessuno dei grandi e medi nomi del mondo musicale. Ma per chi è interessato all’archiviazione dei propri ascolti ed eventualmente al confronto con quelli di altri utenti, questo è già qualcosa.

Il portale è in continua crescita, le funzioni offerte aumentano progressivamente, e non ci vorrà molto perchè siano presenti tutte quelle che offre Last.FM. Sono già presenti in maniera embrionale i gruppi di utenti, e a breve sarà possibile indicare le tracce preferite e linkarsi agli amici.

La privacy è tenuta in grande considerazione, e i dati di “scrobbling” che gli utenti inviano al server centrale di Libre.FM vengono anonimizzati in modo tale che, se anche dovessero entrare in possesso della RIAA o altri “cattivi”, non sia possibile risalire agli indirizzi IP. Purtroppo come in tutti i social network, il fatto stesso di farne parte implica una certa rinuncia alla propria privacy e aumenta la possibilità per gli altri di venire a conoscenza delle nostre preferenze e dei nostri comportamenti, quindi solo l’utente stesso può proteggersi, considerando con cautela quello che pubblica e tenendo ben presente sotto gli occhi di chi potrebbe finire.

from_last_to_librePer chi non vuole rinunciare ad anni di storico dei propri ascolti che si trova ancora immagazzinato negli archivi di Last.FM, vengono messe a disposizione alcune utility in Python che consentono di esportare su file tutto l’archivio contenuto nel proprio account Last.FM e poi successivamente importarlo in un account Libre.FM. Io ho fatto così, ed ho subito ritrovato tutti i miei 8000+ ascolti dal 2003 al 2009 su Libre.FM. Attualmente è addirittura possibile aprire una richiesta di supporto al team di Libre.FM chiedendo di importare per vostro conto i vostri dati da Last.FM !

Libre.FM non è ancora un servizio molto noto, e non sono molti i client che lo supportano a livello nativo così come accade per Last.FM. Tuttavia dato che si basa sulla stessa API, è piuttosto semplice far funzionare qualsiasi client che già supporta Last.FM: basta modificare il file hosts del proprio pc (sia Linux che Windows) in modo che posts.audioscrobbler.com punti all’ip di turtle.libre.fm (89.16.177.55). Ad ogni modo col passare dei mesi sono sempre di più i player multimediali che consentono di specificare server diversi da quelli di Last.FM.

Costruire un NAS da 2 tera – seconda parte – Il software

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Logo di Openfiler

Per gestire il NAS che ho assemblato ho deciso di usare Openfiler, una distribuzione Linux dotata di un’interfaccia grafica via web, la quale consente di impostare in maniera semplice tutte le funzioni che servono per condividere in rete lo spazio disco.

L’alternativa era FreeNAS, una distribuzione di FreeBSD derivata da m0n0wall, anch’essa con interfaccia web. FreeNAS è molto rinomato, ha ricevuto anche diversi riconoscimenti, ed è completo di tutte le possibili caratteristiche richieste ad un NAS, che negli apparati commerciali si trovano solo in quelli più costosi ed orientati ai clienti aziendali. Inoltre è di dimensioni ridottissime, al punto da poter girare su una Compact Flash da 32Mb. Purtroppo il problema principale delle cose basate su FreeBSD è sempre lo stesso: supporta soltanto 4 modelli di hardware messi in croce 🙂 Nel mio caso specifico, la scheda di rete Gigabit integrata nella scheda madre non è fra quelle supportate da FreeBSD, e di conseguenza da FreeNAS. Si tratta di una scheda della famiglia Attansic L1, che al momento è diffusissima su pc, notebook e netbook, ma FreeBSD supporta solo la variante L2 che si trova sui netbook. Il problema si sarebbe potuto aggirare installando una scheda di rete PCI aggiuntiva e supportata su uno dei 2 slot liberi della scheda madre, ma onestamente non mi andava di rovinare la “purezza” del progetto. Per questa ragione mi sono rivolto all’alternativa Linux-based, che invece supporta la scheda senza problemi.

A differenza di FreeNAS, Openfiler è piuttosto voluminoso: l’iso di installazione è grande circa 150-200Mb. Questo perchè si tratta di una distribuzione quasi completa, che comprende anche pacchetti software non direttamente necessari per le funzioni di Nas, e consente anche di installare altro software per svolgere servizi di altro tipo.

L’installazione avviene come una qualsiasi distribuzione Linux, a parte la scelta dei pacchetti da installare che non è consentita. Openfiler esiste sia in versione x86_64 che x86, quindi dato che il mio server ha cpu Athlon64 avevo inizialmente deciso di installare la versione a 64 bit. Tuttavia poi ho dovuto cambiare idea, e dopo spiegherò perchè.

[lg_image folder=”darknas/software” image=”24032009028.jpg”] [lg_image folder=”darknas/software” image=”24032009029.jpg”]

Durante l’installazione viene assegnato l’indirizzo ip, e alla fine delle operazioni possiamo collegarci col browser. Il sistema ci accoglie con questa schermata:
[lg_image folder=”darknas/software” image=”desktop2.png” align=”center”]

Non entrerò nei dettagli della configurazione del sistema, dato che non penso siano particolarmente interessanti e comunque ognuno si configura gli spazi un po’ come preferisce. Nel mio caso ho preferito non mettere i due dischi in Raid, nè di tipo software nè hardware, dato che volevo sfruttare a pieno i 2TB di spazio. I contenuti del mio Nas non sono di un’importanza così rilevante da disperarmi nel caso dovessi perderli per un guasto disco. Ad ogni modo è giusto sapere che il sistema è in grado di gestire il Raid 1 e 2 in hardware grazie al controller della scheda madre, mentre è poi possibile configurare volumi logici e Raid anche di livello 5 tramite il software di Openfiler.

Questi sono alcuni screenshot delle varie opzioni di configurazione di Openfiler:

[lg_image folder=”darknas/software” image=”desktop3.png”] [lg_image folder=”darknas/software” image=”desktop4.png”] [lg_image folder=”darknas/software” image=”desktop5.png”]

Il motivo per cui ho dovuto installare il sistema a 32 bit anzichè a 64 è stato quello di poter installare il software Mediatomb.

Mediatomb è un UPnP Mediaserver, ovvero un server di contenuti multimediali tramite protocollo UPnP. Questo protocollo è quello utilizzato da varie piattaforme di contenuti multimediali e in particolare dall’Xbox, dalla PlayStation3 e dalla Wii per rintracciare in rete eventuali repository di immagini, musica, filmati da poter riprodurre.

Dato che ho la PS3, mi interessa poter rendere accessibili in rete i filmati e la musica contenuti nel Nas per poterli guardare sul televisore tramite la console, senza dover costruire quello che si chiama un HTPC.

FreeNAS incorpora già un servizio UPnP, mentre Openfiler ne è sprovvisto, ma dato che è possibile installare nel sistema qualsiasi applicativo Linux debitamente compilato, mi è bastato scaricare Mediatomb in formato binario, avviarlo ed eccolo lì pronto a servire la musica alla PS3! Purtroppo non è presente un precompilato statico a 64 bit, quindi ecco spiegata l’esigenza dei 32 bit.

Una volta avviato il servizio, viene aperta una interfaccia web su una porta distinta da quella di Openfiler, e si possono andare a scegliere le cartelle da rendere disponibili in LAN.

[lg_image folder=”darknas/software” image=”desktop7.png”] [lg_image folder=”darknas/software” image=”desktop6.png”]

Con questo ho concluso la breve panoramica sulla realizzazione del NAS e sui servizi che implementa. Se qualcuno desidera ulteriori informazioni, sentitevi liberi di chiederle scrivendo un commento all’articolo!

CC BY-NC-SA 4.0 .